Se questo che si è appena aperto è il Giubileo della speranza, vale certamente la pena, nell’ambito di Feminism, ricordare le parole di Marìa Zambrano che, nel saggio “I beati”, la definisce come “un ponte tra l’indifferenza che confina con l’annichilimento della persona umana e la piena attualizzazione della sua finalità”. Ed è anche nel segno di questa suggestione che si è ravvivata la nostra attenzione verso le interpretazioni della spiritualità elaborate dal pensiero delle donne. Troppo spesso silenziata dalla conflittualità o dall’indifferenza, troppe volte riassorbita nelle religioni confessionali, la spiritualità è qualcosa di intimo e potente, che si declina in molteplici sfumature e diramazioni, sfuggendo ad ogni riduttiva catalogazione. Valgono ad orientarci in questa fertile pluralità i testi al centro del dialogo “Dimensioni della spiritualità”, previsto per sabato 1 marzo alle ore 11 in sala Tosi e coordinato da Antonia Tronti, docente di yoga che da anni dedica la sua ricerca ai percorsi spirituali della tradizione indiana e della tradizione cristiana.
Vi partecipano la saggista e critica letteraria Neria De Giovanni con il suo “Hildegard Prophetissa”,edito da Nemapress, che è la biografia di Ildegarda di Bingen, una delle figure più importanti del Medioevo, proclamata nel 2012 Dottore della Chiesa; Paola Cavallari, docente femminista con magistero in teologia, con “Fedi e femminismi”, edito da Effatà, un’imponente raccolta di voci di donne di diverse religioni; la studiosa di antropologia e women’s studies Sara Ongaro, autrice di “La vita ci respira”(Gabrielli editore), che in tempi così difficili valorizza la spiritualità del quotidiano; Luciana Percovich, autrice di ricerche sui miti di creazione femminili e curatrice, per la casa editrice Venexia, della collana “Le civette” che fin dal 2005 pubblica saggi fondamentali di archeologia, antropologia, spiritualità femminile, facendo conoscere, tra le altre, la figura di Marija Gimbutas.
La cura riservata alle dinamiche intime e profonde della spiritualità non può prescindere dall’esigenza, accompagnata da quella vitale speranza di cui parla Zambrano, di vivere in pace, ribellandosi ai regimi repressivi per riconquistare la libertà e ristabilire una quotidianità violata. Danno espressione a quest’esigenza i testi su cui si impernia il dialogo “Vivere in pace” previsto per sabato 1 marzo alle ore 16 in sala Tosi, con il coordinamento di Nicoletta Dentico, giornalista esperta di cooperazione internazionale e diritti umani.
Vi partecipano la giornalista Silvia Abbà, dell’organizzazione non governativa “Un Ponte per”, autrice del volume pubblicato da Astarte edizioni “Il mio posto è ovunque. Voci di donne per un altro Iraq” che raccoglie le storie di ribellione delle donne irachene; la blogger, giornalista e fotografa Emanuela Crosetti che nel suo viaggio in Cisgiordania al centro di “Palestina nonostante”(Exòrma edizioni) ci racconta attraverso numerose testimonianze la vita quotidiana nei Territori occupati; la scrittrice e musicista Cinzia Merletti che in “Mediterraneo e donna”, pubblicato nella collana “Incontri di civiltà” di MMC edizioni, ci ricorda le profonde affinità di riti, tradizioni e realtà musicali nell’intero bacino del Mediterraneo.
Maria Vittoria Vittori
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